1) Che cosa l’azienda produce in più – o di diverso – rispetto al periodo prima dell’emergenza Covid-19?
Siamo stati coinvolti principalmente in 3 progetti, a partire dall’Ospedale in Fiera a Milano (siamo fornitori della Fiera, e per questo siamo stati coinvolti da subito). In particolare abbiamo realizzato dei profili in PVC da mettere negli angoli tra muro e pavimento, per fare in modo di evitare angoli di 90 gradi, dove è facile l’accumulo di batteri.
Quindi ci siamo impegnati nella produzione di mascherine, vista l’enorme necessità: siamo tra le poche aziende che hanno presentato il prototipo al Politecnico di Milano e hanno passato al primo colpo il test; in seguito l’iter si è rallentato, ma siamo prossimi alla certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità; infine abbiamo realizzato delle passatoie stampate in cui abbiamo messo dei segni per mantenere le distanze nei luoghi pubblici.
2) In che modo è nata la volontà di effettuare la riconversione e come si è sviluppata concretamente?
In realtà per quanto riguarda il lavoro svolto per l’Ospedale in Fiera a Milano non c’è stato neanche il tempo di pensare: il tutto è iniziato con una telefonata che ci invitava il giorno successivo a Milano, dove c’era “un ospedale da costruire” E così siamo partiti, senza mai improvvisare: nel nostro DNA aziendale abbiamo il cromosoma dell’adattabilità e quello della risoluzione dei problemi.
Per quanto riguarda invece le altre iniziative, prima tra tutte quella delle mascherine, le abbiamo affrontate da un lato come una sfida per dare il nostro piccolo contributo in un momento in cui esse erano introvabili anche sulla base delle sollecitazioni avute dalla politica, e dall’altro con la volontà di riportare all’interno dell’azienda i lavoratori.
3) Questa riconversione è di carattere strutturale o solamente transitoria?
Decisamente strutturale, ci siamo resi conto che ci sono nuove necessità che possiamo soddisfare con il nostro lavoro. Per esempio nel campo degli adeguamenti degli edifici, abbiamo captato una crescente richiesta da parte della clientela di prodotti che possano avere caratteristiche sanitarie tipo pavimenti in PVC per uso ospedaliero, pannelli e smalti antibatterici.
Tutti prodotti che possono essere utilizzati non solo in ospedale ma anche in ambulatori, spogliatoi e aziende. Per quanto riguarda invece le mascherine, stiamo valutando la possibilità di investire nella produzione di Meltblown, il famoso tessuto filtrante che in questi mesi è diventato quasi introvabile.
4) Può quantificare gli eventuali benefici, derivanti dalla riconversione, in termini di occupazione rispetto a prima dell’emergenza?
In questo momento non sono ancora in grado di compensare il calo da Covid-19, ma pensiamo possano divenire attività importanti.
5) Ha riscontrato collaborazione nel rapporto con i soggetti esterni, a vario titolo coinvolti nella riconversione (enti autorizzatori, sindacati, ecc.)?
Merita sicuramente un ringraziamento particolare Francesco Beghetti di AIB – e in generale tutta l’Associazione – che oltre a dare indicazioni utili al nostro progetto si è prodigato con passione nella ricerca di materie prime introvabili per le mascherine, oltre a promuovere una collaborazione tra i vari associati impegnati nel progetto mascherine. Oltre a questo, il contributo del Politecnico di Milano è stato fondamentale.