Seconda puntata della nostra rubrica "Imprese nell'emergenza". L'azienda protagonista è la Gerard's Cosmetic Culture di Provaglio d'Iseo. A rispondere alle domande è Renata Pelati, Amministratore unico.
1) Che cosa l’azienda produce in più – o di diverso – rispetto al periodo prima dell’emergenza Covid-19?
Siamo stati vicini ai nostri clienti attraverso diverse attività e progetti. In particolare, abbiamo lanciato l’iniziativa “Noi non ci fermiamo, ci formiamo”, 60 giorni di formazione non stop gratuita online, in termini pratici, sui nostri prodotti e sul marketing.
Poi abbiamo proposto “Noi restiamo a casa, ma continuiamo a farci belle”, piattaforma di vendita online senza dimenticare la filiera: servivamo le clienti delle nostre clienti, e in questo modo abbiamo aiutato i centri estetici a servire a casa le loro clienti attraverso la nostra rete.
Ad essa si aggiunge la campagna “Stop abusivismo”, oltre alla sospensione e la dilazione dei pagamenti (progetto “Insieme supereremo ogni difficoltà”), per aiutare le clienti a superare la crisi economica, rimodulando i contratti di vendita a dopo le aperture.
Abbiamo quindi lanciato “Noi ripartiremo più forti che mai”, costruendo in lockdown un vademecum contenente tutti i passi che avrebbero permesso ai nostri centri estetici di tornare all’operatività e a una progressiva normalità. Anche attraverso un kit (“sanikit”) dove abbiamo inserito tutto quanto serviva per ripartire in sicurezza.
Da qui deriva anche la nostra riconversione aziendale, con la produzione di gel sanificanti con il 60-62% di alcol. Si tratta di una riconversione vera e propria: prima utilizzavamo pochissimo l’alcol; siamo riusciti a predisporre il tutto in soli 4 giorni. Oltre alla realizzazione del nostro e-commerce, anch’esso costruito a tempo record, abbiamo infine lanciato un blog con contenuti scientifici e approfondimenti, ma anche proseguito nella strada delle certificazioni: stiamo lavorando per la conformità GMP, che garantisce la qualità del processo produttivo e di tutta la filiera di produzione e confezionamento dei cosmetici. Ne faremo poi un’altra, “Made Green in Italy”, che certifica l’impronta ambientale dei prodotti
2) In che modo è nata la volontà di effettuare questa riconversione e come si è sviluppata concretamente?
È stata sicuramente dovuta al fatto che ci fosse carenza di gel igienizzante. L’abbiamo vissuta come la possibilità di realizzare un prodotto che ci potesse aiutare a stare economicamente in piedi, pur non essendo già inserito nella nostra linea.
3) Questa riconversione è di carattere strutturale o solamente transitoria?
Abbiamo deciso che manterremo comunque in linea tutta la parte legata alla detersione e all’igienizzazione. I nostri clienti toccano le persone, e avranno sempre bisogno di sanificare e mantenere pulizia e igiene nei loro ambienti.
4) Può quantificare gli eventuali benefici, derivanti dalla riconversione, in termini di occupazione rispetto a prima dell’emergenza?
Abbiamo potuto tenere aperta l’azienda per produrre gel igienizzante: sono state coinvolte a rotazione, durante le varie settimane, una quindicina di persone. Per gli uffici abbiamo invece continuato a proseguire in smartworking, senza mai ricorrere in questo caso alla Cassa Integrazione.
5) Ha riscontrato collaborazione nel rapporto con i soggetti esterni, a vario titolo coinvolti nella riconversione (enti autorizzatori, sindacati, ecc.)?
Il giudizio è positivo su tutti: dall’AIB, che in pochi giorni ci ha aiutato nel processo di riconversione all’Ufficio Dogane e alla Camera di Commercio.
Fondamentale è stata la possibilità di ampliare lo stoccaggio dell’alcol per realizzare i gel, che sono poi andati anche sul mercato estero dove operiamo.
Abbiamo infine aderito alla campagna di AIB #Iopagoifornitori e fatto una donazione al Civile, soprattutto creme per mani e piedi affaticati, rivolte agli operatori.