Nuova puntata di imprese nell'emergenza: oggi vediamo come la Dora Srl, impresa di Cazzago San Martino ha fatto fronte in questo periodo.
Ad essere intervistati sono Elena Gavazzeni, Responsabile commerciale, e Pietro Gavazzeni, Responsabile produttivo
1) Che cosa l’azienda produce in più – o di diverso – rispetto al periodo prima dell’emergenza Covid-19?
Abbiamo dovuto forzatamente chiudere l’azienda il 20 marzo, la data del decreto che ha chiuso tutte le attività non essenziali. Siamo stati chiusi per 2 settimane e mezzo: durante quel periodo ci siamo mossi quotidianamente con l’intenzione di produrre mascherine, vista l’emergenza e l’introvabilità delle stesse.
Ci siamo mossi con i macchinari a nostra disposizione – bordatori, macchine da cucire e macchine da taglio –, e con i nostri operatori interni. Inizialmente la realizzazione e il confezionamento della mascherina, in TNT, lavabili e rispettose di tutte le normative, erano di tipo artigianali. In seguito, abbiamo invece iniziato a ragionare su un processo di industrializzazione.
2) In che modo è nata la volontà di effettuare la riconversione e come si è sviluppata concretamente?
Dalla presa di coscienza, in particolare, della necessità di mascherine delle aziende. Come base di partenza per l’industrializzazione abbiamo usato l’allegato del Politecnico di Milano. Siamo riusciti a trovare un macchinario a due linee che produce 110 mascherine al minuto (sarà attivo dalla prossima settimana) e il tessuto necessario, definendo un accordo di fornitura mensile con un’azienda indicata dal PoIitecnico.
3) Questa riconversione è di carattere strutturale o solamente transitoria?
Visto anche l’investimento compiuto, la volontà è di dare continuità: abbiamo creato una struttura che ci permettesse di avere un plus anche nel periodo post Covid, con l’acquisizione di nuovi clienti e attraverso valutazioni di strategiche di mercato; abbiamo attivato una rete che si sviluppa in vari settori, a partire da vari enti dal settore medicale a quello industriale. Gli ordini ricevuti al momento sono già molto numerosi.
4) Può quantificare gli eventuali benefici, derivanti dalla riconversione, in termini di occupazione rispetto a prima dell’emergenza?
La nostra ottica è di lavorare h24 nel caso dovessimo avere bisogno e ricevere commesse importanti: ad oggi abbiamo ipotizzato 2-3 persone all’interno della camera per la realizzazione e l’imbustamento, organizzandoci internamente; se dovessimo aumentare i turni potrebbero aumentare anche le persone. In generale comunque una decina di persone sono tornate al lavoro grazie alla produzione delle mascherine.
5) Ha riscontrato collaborazione nel rapporto con i soggetti esterni, a vario titolo coinvolti nella riconversione (enti autorizzatori, sindacati, ecc.)?
Il giudizio è positivo: abbiamo fatto anche più certificazioni di quante ne dovessimo fare per legge, mandando campioni a numerosi laboratori.