Prosegue il nostro viaggio che ha per protagoniste le imprese bresciane. Oggi è il turno della FAB di Paderno Franciacorta. Risponde alle nostre domande il consigliere Carlo Grazioli.
1) Che cosa l’azienda produce in più – o di diverso – rispetto al periodo prima dell’emergenza Covid-19?
La premessa è che da 40 anni siamo attivi in questo campo, con decine di articoli certificati DPI. Negli ultimi mesi abbiamo modificato le logiche di approvvigionamento e approntato nuove linee produttive, in particolare per le mascherine chirurgiche di tipo 2 e 2R, che prima acquistavamo. La nuova produzione riguarda queste ultime e i camici certificati come DPI di terza categoria. Oltre a ciò, abbiamo portato avanti progetti con i fornitori per altri prodotti quali gel igienizzanti e visiere.
2) In che modo è nata la volontà di effettuare la riconversione e come si è sviluppata concretamente?
La decisione per la produzione delle mascherine è nata a inizio marzo, osservando la scarsa affidabilità dei canali di approvvigionamento tradizionali e la difficoltà delle importazioni in quello specifico periodo. Ci siamo assicurati il rifornimento di mascherine certificate per garantire la disponibilità nel periodo transitorio, per poi partire aumentando la produzione. Anche la scelta di realizzare camici è maturata dopo aver constatato che le nostre forniture pre-Covid non erano sufficienti, e quanto fosse difficile reperire strumenti di qualità
3) Questa riconversione è di carattere strutturale o solamente transitoria?
Sicuramente di tipo strutturale. Abbiamo operato importanti investimenti in tale direzione: potrà eventualmente cambiare il mix di produzione, ma ragioniamo comunque in ottica di lungo termine, convinti che ci sarà una maggiore sensibilità generale sugli aspetti igienico-sanitari.
4) Può quantificare gli eventuali benefici, derivanti dalla riconversione, in termini di occupazione rispetto a prima dell’emergenza?
Abbiamo contribuito nel nostro piccolo in termini occupazione: durante il lockdown abbiamo consentito a diversi fornitori di riaprire, inserendoli nella filiera strategica e dandogli lavoro, con un indotto di oltre 100 persone: si tratta di aziende che erano chiuse. Per quanto riguarda Fab, siamo grati ai nostri collaboratori che da oltre 3 mesi lavorano senza sosta. Abbiamo costituito una nuova business unit e previsto 15 nuovi ingressi – già avviati – nel breve periodo.
5) Ha riscontrato collaborazione nel rapporto con i soggetti esterni, a vario titolo coinvolti nella riconversione (enti autorizzatori, sindacati, ecc.)?
Ho riscontrato la disponibilità da parte di tutti, nonostante le difficoltà del periodo. Abbiamo trovato la massima collaborazione di tutti gli enti coinvolti di fronte alla nostra presentazione di un progetto serio. Prezioso è stato anche il supporto di AIB e dalla BCC di Brescia.